COMUNICAR-SI PRIMA DEL CORPO, ATTRAVERSO IL CORPO, DOPO IL CORPO
Immagine e relazione nella mescolanza
Le scienze della comunicazione definiscono il comunicare come la trasmissione di un certo “oggetto significativo” – il messaggio opportunamente codificato – da un emittente ad un ricevente, attraverso un certo canale. Tale struttura reifica e fraziona, nel senso della discontinuità, qualsiasi scambio comunicativo, rendendolo analogo a quello delle merci.
Fu il filosofo Walter Benjamin, nel primo ‘900, a porre in rilievo il fatto che una tale concezione del comunicare si addica solo agli uomini in quanto dotati del linguaggio verbale, mentre le “cose mute” non comunicano scambiandosi oggetti, ma si comunicano mettendo in comune il proprio esserci, in modo tale da arricchire e rafforzare, così, la coesione del mondo.
I più recenti studi scientifico-botanici sull'”intelligenza delle piante” hanno confermato come gli organismi vegetali, pur essendo radicati e relativamente immobili, riescono a comunicare, in modo estremamente efficace e anche a lunghe distanze, non solo tra loro, ma con tutti gli elementi della mescolanza vitale, nella quale sono immersi, dimostrando anche spiccate capacità che potremmo definire di improvvisazione. Ma lo stesso mondo minerale, quello del sasso e della pietra, come ha sostenuto Michel Onfray, è capace di comunicare, in primo luogo nella misura in cui sa catturare le più sottili variazioni di luce…
Se, allora, l’alternativa alla comunicazione oggettivata e oggettivante resa possibile dalla parola significativa è data da quelle che vengono definite forme di comunicazione non verbali, esse, tuttavia, non possono essere ridotte esclusivamente alla corporeità animale. Ciò è esibito, sul piano tanto estetico quanto etico, dalle ricerche e dalle pratiche legate alla danza contemporanea, nelle quali si assiste alla costruzione e alla decostruzione, in real time, di un corpo mai già dato, ma sempre in corso d’opera.
Il corso di quest’anno, dunque, si propone di affrontare la questione del comunicare, sul piano teorico tanto quanto etico-pratico – secondo una prospettiva non più umanistico-antropocentrica, ma cercando, invece, di collocarsi al di là della tradizionale opposizione tra persone e cose – a partire da un’indagine sulle concezioni della parola-logos e del corpo alle origini e negli sviluppi del pensiero europeo, pur senza trascurare il rapporto con le parallele concezioni e pratiche orientali.
Le lezioni non avranno un carattere puramente teorico, ma avranno una costante declinazione pratica e motoria, nella sperimentazione delle possibilità dell’esprimersi e del comunicarsi in concreti contesti di reattiva relazionalità.